Tromso e la magia delle notti polari.

La Norvegia con i suoi fiordi e la natura incontaminata sono stati il mio sogno fin da bambina. Non so come sia nata questa passione visto che a quei tempi non c’era internet e nessuno che conoscessi era stato in Norvegia. Sapevo però che c’erano boschi e i boschi sono da sempre la mia passione. Breve digressione:amo così tanto gli alberi che per 2 anni sono stata persino iscritta a scienze forestali.  Ma torniamo alla Norvegia. Solitamente si sogna di luoghi lontani, io no.. mi accontentavo del Nord Europa. Nel corso degli anni ho cominciato ad accumulare materiale conservando gli inserti di viaggio, scrivendo agli enti del turismo. Non c’ero mai stata eppure sapevo tutto, incluso che non fosse il luogo più economico in cui andare.

Poi si sono avvicinati i 40 e di fronte alla prospettiva di buttare soldi per festeggiarli (perché poi 🤔) mi sono detta che era arrivato il momento di intraprendere questo viaggio. Sola o no, la Norvegia sarebbe stata finalmente mia.

Comincio ad organizzare il viaggio. Mi sale un po’ di paura. Penso,penso troppo. Dopo anni di viaggi in compagnia ho perso l’abitudine a partire da sola. Lo attribuisco alla maturità. Ho viaggiato da sola intorno ai venti anni con la leggerezza della giovane età e ora mi è presa la paura.Un amico allettato dall’idea della Norvegia si offre di unirsi al viaggio e io ne sono ben felice.

Partiamo da Roma con un volo Lufthansa per Oslo con scalo a Francoforte. Il primo incontro con il luogo dei miei sogni non è proprio come l’avevo immaginato: siamo in una zona periferica. Abbiamo un volo molto presto per Tromsø il giorno dopo è così abbiamo scelto un hotel in zona aeroporto. Non c’è praticamente nulla intorno se non una montagna di bianca soffice neve ma sono finalmente in Norvegia. Cosa posso volere di più?

Arriviamo all’aeroporto Gardermoen prestissimo. Alle partenze nazionali il terminal è quasi deserto. Il volo sembra ancora tanto lontano ma presto il terminal si popola e con il nostro imbarco su un volo Norwegian il mio sogno sta per cominciare.

Che emozione intravedere tra le nuvole le montagne innevate e i fiordi. Il mio sogno da bambina che prende forma.

Giusto il tempo di lasciare le valigie in albergo e ci perdiamo tra le strade di Tromsø. Sono gli ultimi giorni delle notti polari e a mezzogiorno il cielo sembra una tavolozza di colori: rosa, celeste, arancio.

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DSC_0028-1 Alcuni degli edifici color pastello della Storgata, la via principale, sembrano riflessi del cielo. Non possono mancare nemmeno qui a Tromsø le casette rosso norvegese che si vedono in quasi tutte le foto di questo splendido paese. Si combatte con i colori il buio che avvolge certi paesi nordici in inverno. C’è movimento per strada. Prendiamo una via che porta alla zona alta di Tromsø. La neve deve essere caduta abbondantemente prima del nostro arrivo perché abbiamo difficoltà a camminare nonostante gli scarponi da neve. Urgono sottoscarpa chiodati. Da questa posizione abbiamo una meravigliosa vista sul fiordo e sulla Ishavskatedralen,la Cattedrale dell’ Artico.

DSC_0011DSC_0012DSC_0055 Scendiamo verso la parte bassa della città girando senza meta in preda al classico entusiasmo di fronte a qualcosa di bello e nuovo. Passiamo davanti a quella che sembra essere una scuola elementare. Sono le cinque del pomeriggio e i bambini giocano allegramente nel cortile buttati sulla neve con le loro tute da montagna. Fa un freddo cane e ciò nonostante loro sono lì, incuranti di neve e freddo.

22012013-DSC_0159 Decidiamo di fermarci a cenare in un grazioso ristorante sul porto. Mangiamo spezzatino di renna e beviamo una birra per circa 70€. E qui comincia la mia poco piacevole esperienza norvegese. Ovviamente il problema non è il caro prezzi norvegese a cui chiunque metta in programma un viaggio in questo Paese sa di andare incontro ma il mio compagno di viaggio che, colto da avarizia acuta, mi costringe a cenare per i restanti giorni da Burger King. Ora se c’è una componente imprescindibile dei miei viaggi è il cibo locale. Abbozzo anche se di malavoglia. Non mi va di discutere.

DSC_0066.JPG Il giorno seguente abbiamo in programma una uscita serale con i cani da slitta a caccia dell’aurora boreale. E’ il mio primo viaggio oltre il circolo polare artico e non vedo l’ora di poter assistere a questo spettacolo. Ho scelto Tromsø proprio per questo. Abbiamo prenotato l’attività mesi in anticipo online sul sito di Visit Tromso.

Un bus ci viene a prendere davanti all’hotel Radisson Blu e ci porta al Villmarkssenter a circa 25 minuti da Tromsø. L’intera attività, inclusi i viaggi e una piccola cena a base di zuppa tipica in tenda Sami, è di circa 4 ore. Appena arriviamo ci portano a cambiarci  fornendoci tute che sembrano quasi da palombaro e poi a conoscere i cani. Ce ne sono forse un centinaio. Sono tutti fuori sulle loro cucce di legno e abbaiano super eccitati.Le slitte sono già pronte con la muta di cani che tirano e saltano pronti a partire. Ci spiegano come spostare il peso sulla slitta durante la corsa. Fa un freddo cane e ci danno pelli di renna per coprirci sulla slitta. Partiamo seguendo uno dei ragazzi del centro. Deve aver nevicato così tanto che scivoliamo in un corridoio di neve. I cani sono davvero veloci, ha cominciato a nevicare e le possibilità che si riesca a vedere l’aurora sono minime. Un vento ghiacciato ci sferza il viso. Non so che temperatura ci sia a questo punto ma siamo sicuramente intorno ai -10. E’ strano ma nonostante sia buio la neve sembra illuminare l’ambiente circostante e riesco a vedere tutto durante il tragitto fatto di discese e curve veloci.

279016_10151372308744525_142926730_o.jpgNon so quanto sia durato il percorso. E’ una di quelle situazioni in cui si perde il senso del tempo. L’aurora causa cielo coperto non si è fatta vedere. Abbiamo fatto un tentativo ma l’esperienza è stata comunque adrenalinica ed emozionante.Torniamo alla base e dopo esserci cambiati entriamo nella tenda sami. Ci riscaldiamo con una zuppa tradizionale prima di fare ritorno all’hotel. Nel bus il  signore tedesco davanti a noi sgranocchia allegramente puzzolentissime chips di merluzzo secco.

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Il giorno seguente ci dedichiamo ad esplorare Tromsø non prima però di aver acquistato presso l’ufficio turistico dei sottoscarpe chiodati. Si scivola tantissimo infatti. Presso il punto turistico si possono anche prenotare diverse attività e diamo uno sguardo alle proposte ma, ahimè, il mio compagno di viaggi è ormai in modalità risparmio.

Scendiamo fino al porto. Davanti a noi un battello postale blu,rosso e bianco della Hurtigruten. Sogno ad occhi aperti, ho sempre desiderato prenderlo per seguire la costa norvegese. I fiordi visti dalla nave devono essere tutta un’altra cosa. Il porto di Tromsø non ha certo l’aspetto caratteristico dei porti di altre famose città norvegesi che ho visto in foto. E’ più moderno e meno caratteristico anche se non mancano i colori. Lo strano cielo che ci accompagna  in questi giorni riflettendosi nell’acqua rende tutto comunque magico.

tr1 Continuiamo a costeggiare le banchine del porto fino ad arrivare al Polarmuseet, il Museo Polare. Sembra un ex magazzino portuale, davanti c’è un busto dell’esploratore Amundsen e diversi arpioni fissati alla banchina.

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Superiamo il Bruvegen, il famoso ponte di Tromsø che collega l’isola di Tromsøya,il cuore della città, con il quartiere di Tromsdalen dove si trova la Cattedrale Artica. Comincia una città meno turistica che sa di vita vissuta e di duro lavoro in mare. Ci sono magazzini di rimessaggio, numerosi pescherecci e container. Siamo in pieno inverno e il tempo cambia velocemente. In pochi minuti si alza una bufera di neve e il cielo perde le sue tonalità incantevoli. Restano i colori vivi dei pescherecci e dei magazzini.

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Sulla strada del ritorno propongo al mio amico di visitare il Polarmuseet ma lui vuole andare nella biblioteca comunale per sfruttare l’accesso ad internet. Non mi va proprio di sprecare così il mio tempo a Tromsø. Gli dico che preferisco andare in giro per negozi mentre in realtà torno indietro verso il museo. Il Polarmuseet ricostruisce la storia degli esploratori e dei cacciatori norvegesi nel corso dei secoli. Ci sono le trappole e tutti gli strumenti legati alla caccia alle balene,alle foche e ad altri animali da pelliccia. Nulla che condivida ma capisco si tratti di una parte fondamentale della vita dei popoli nordici e del loro rapporto con l’artico. Una parte del museo è dedicata anche all’esploratore Amundsen che proprio da Tromsø partì per la missione di salvataggio del dirigibile Italia di Nobile.

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Torno in hotel che ho voglia di cambiare rotta a questo viaggio. Sono passata di nuovo dall’ufficio turistico e mi sono informata su altre attività. Non che non ci sia da fare in questa città. Tra caccia all’aurora, dogsledding, uscita con le renne, ciaspolate, sci, whale watching, crociere dei fiordi, pesca nel ghiaccio, uscite in kayak o se volete una gita a Lysnes prendendo il traghetto, si può essere sempre impegnati. Sempre che non si abbia un compagno di viaggio come il mio.

La signora gentilissima dell’ufficio turistico mi ha suggerito un’attività ad un budget relativamente basso: un tour notturno della durata di 7 ore con la Northern Shots in cui si va letteralmente a caccia dell’aurora accompagnati da fotografi professionisti. La neve continua a scendere e le possibilità che da Tromsø si possa vedere l’aurora sono pressoché nulle. Le previsioni sono contro di noi. Sarà la prospettiva della noia ma il mio amico si convince. Prenotiamo così per la sera successiva.

In attesa del nostro tour giriamo per la città. Ci fermiamo alla Domkirke, la cattedrale luterana più a nord del mondo e l’unica norvegese interamente in legno. Non è riccamente decorata come le nostre chiese ma ha una sua personalità nordica.

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Girando per Tromsø il giorno del nostro arrivo il mio sguardo era caduto su Bruvegen, il lungo ponte che collega il cuore della città con il quartiere sul fiordo. Tromsoebrua lo chiamano gli abitanti.

DSC_0018 È arrivato il momento di percorrerlo per raggiungere la Cattedrale dell’Artico. Il ponte di per se non ha nulla di eccezionale ma è la vista sul fiordo a renderlo speciale.  Il ponte è percorso su entrambi i lati dalle macchine mentre solo una parte è percorribile dai pedoni. Alcune volte si ha l’impressione che tremi sotto i piedi al passaggio delle macchine. Il freddo sul ponte è pungente mentre la neve continua a cadere, il vento artico quasi taglia il viso. Attraversarlo non è agevolissimo. Ci fermiamo a metà ponte. Sotto di noi 38 metri, davanti ai nostri occhi invece una vista mozzafiato sul fiordo e sulla città. Ci vorranno circa 20 minuti per percorrerlo tutto.

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L’Ishavskatedrale, la Cattedrale dell’Artico non passa inosservata. L’abbiamo vista persino atterrando su Tromsø. Di forma triangolare e composta da 11 pannelli di vetro che si illuminano la sera è un esempio evidente di design scandinavo dalle forme semplici e pulite. Il suo aspetto permette di lasciar correre liberamente la fantasia. A cosa fa pensare? Potrebbe ispirarsi ad un iceberg o agli stenditoi di stoccafisso così diffusi sul territorio o forse più semplicemente ad una tenda sami. Forse la chiesa, perché in realtà di questo si tratta e non di una cattedrale, lascerà interdetto il visitatore abituato a ben altri tipi di architettura ma qui è diverso. Si tende a costruire in modo armonico con il paesaggio circostante, a giocare con la luce naturale.

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Da Tromsdalen potremmo prendere la Fjellheisen, la funivia che porta alla montagna Storsteinen, a circa 420 metri sul livello del mare, con una spettacolare vista su tutta Tromsø,sui fiordi e sulle isolette circostanti ma purtroppo è da un po’ di tempo in manutenzione. Sì, comincio a sentirmi un po’ sfortunata a questo giro.

L’uscita con la Nothern Shots per la caccia all’aurora ci riserva una prima sorpresa. Uno dei fotografi professionisti che ci accompagna è italiano.Si chiama Francesco. Non male quando non hai mai fotografato l’aurora e hai dimenticato tutto ciò che hai letto online. Francesco è simpatico e disponibilissimo con tutti. Durante il viaggio in bus spiega il fenomeno scientifico dell’aurora e ci dà informazioni tecniche su come scattare le foto e impostare la macchina. Non è una serata facile per vedere l’aurora. Su Tromsø il cielo è coperto e scende anche la neve. Francesco è lì con il suo tablet a monitorare le previsioni meteo zona per zona e a dare indicazioni all’autista su dove andare. Ci fermiamo per un primo tentativo ma niente, la signora dei cieli non si materializza. Ci spostiamo ancora e questa volta sull’ Ersfjord dell’isola di Kvaløya. Prepariamo i treppiedi e aspettiamo al freddo con pazienza per un interminabile tempo. Le nostre guide scrutano il cielo quando finalmente ci indicano un punto dove tra le nuvole si sta facendo strada l’aurora. La scarsa visibilità e la bassa intensità del fenomeno non ci aiutano. Non è lo spettacolo maestoso che avremmo voluto vedere ma siamo riusciti a vederla. E’ la nostra ultima serata a Tromsø. L’abbiamo acciuffata per la coda questa aurora.

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Il nostro aereo per Oslo è nel tardo pomeriggio e così decidiamo di spingerci lungo la costa in una bella camminata lungo le acque del fiordo. Arriviamo a Polaria, l’acquario artico più a nord del mondo. Non può non avere anch’esso una forma curiosa. Questa volta come di lastre di ghiaccio spinte ed ammassate sulla terra ferma dalla forze del mare artico. Nulla di scontato in questa moderna architettura scandinava.

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Arriviamo fino all’estremità della città e precisamente al Folkeparken. Siamo solo noi in una immensa distesa di neve con le acque del fiordo parzialmente ghiacciate e la vista su Grindøya un’isoletta disabitata. E’ un bel momento di solitudine nel bel mezzo di un paesaggio artico ed io mi sento come una particella microscopica di fronte alla maestosità della natura. Di tanto in tanto il silenzio è rotto dal  rumore del ghiaccio in mare che si rompe. L’atmosfera gelida è quasi surreale e mi ricorda quella del film L’ospite d’inverno.

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24012013-DSC_035424012013-DSC_0355Con un volo della Norwegian con tanto di wifi gratuito in volo lasciamo la Porta sull’Artico per Oslo. Abbiamo solo un giorno per visitare la capitale e questa volta alloggiamo in centro. Voglio vedere il più possibile di Oslo nell’unico giorno a disposizione e così propongo al mio compagno di viaggio di separarci visto che siamo interessati a vedere cose diverse. Con mia grande gioia è d’accordo con me e così può cominciare il mio tour per la capitale. L’hotel è centralissimo e in pochi minuti percorro il Karl Johans Gate, la via principale, dove si respira un’atmosfera  vivace e giovane. Mi accorgo casualmente di essere davanti al Parlamento norvegese.  Come noterò presto giungendo al Kongelige Slott, il Palazzo Reale, residenza dei sovrani norvegesi, non ci sono transenne o barriere e onestamente non mi sembra nemmeno di vedere poliziotti.

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Il Parlamento Norvegese

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Respiro a pieni polmoni l’aria di civiltà che soffia in questa parte di mondo.

Non amo chiudermi in musei o gallerie ma qui ad Oslo devo fare un’eccezione e andare alla Galleria Nazionale. Non posso perdermi una delle opere d’arte più iconiche del diciannovesimo secolo, simbolo dell’ansia e dell’inquietudine del secolo. Avrete subito capito che sto parlando dell’Urlo di Munch. Non è l’unica sorpresa che riserva questo museo: la sala dedicata a Munch oltre che il suo dipinto più celebre ha opere davvero eccezionali come Madonna, La Danza della VitaLa Fanciulla Malata. Per non parlare poi dei dipinti di Cezanne, Monet, Picasso, Goya.

25012013-DSC_045125012013-DSC_0467Si è già fatto quasi mezzogiorno e per la serie meet the locals devo incontrare il mio amico Christian ad Aker Brygge, forse la zona più amata di Oslo. Una volta sede dei cantieri navali, ora riqualificata in nome di un’architettura di avanguardia e della ecosostenibilità e luogo di incontro per norvegesi e turisti. In zona ci sono uffici, negozi, caffe e ristoranti che si affacciano sui moli del vecchio porto. L’acqua dell’Oslofjord è incredibilmente ghiacciata e la luce che si riflette sul ghiaccio è a dir poco spettacolare.

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Christian ascolta divertito le mie disavventure culinarie in quel di Tromsø e mi dice che non posso lasciare Oslo senza aver sperimentato la cucina norvegese ed è così che assaggio la più buona zuppa di pesci e molluschi mai mangiata nell’intera penisola scandinava!

Sfruttiamo le ultime ore prima che scenda il buio per un ultimo giro alla scoperta di Oslo. Da Aker Brygge passando per il Centro Nobel per la Pace si giunge al Rådhus, il Municipio, uno dei simboli più famosi della città con le sue doppie torri che si affacciano sul fiordo. In una delle sue sale ogni anno ha luogo la cerimonia di consegna del Nobel per la pace. L’edificio non è dei più belli ma se penso ad Oslo la prima immagine che mi viene in mente è proprio il municipio

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Siamo nella zona dei terminal delle navi da crociera. Sullo sfondo, arroccati sul fiordo, svettano il castello e la fortezza di Akershus Festning, le cui mura hanno validamente difeso più volte nei secoli la città. La fortezza medievale è testimone di almeno 700 anni di storia di Oslo. Durante l’invasione tedesca i nazisti usarono la fortezza come luogo di prigionia e di esecuzione e qui almeno 40 partigiani vi trovarono la morte. In estate è possibile visitare con una guida la sola fortezza mentre in inverno solo nei weekend. Avvolta nella neve ha un fascino irresistibile. Quasi mi sembra di fare un salto nel passato. Dall’alto della collina si possono vedere alcuni dei più bei panorami della città tra cui il fiordo con le enormi navi da crociera e l’Aker Brygge.

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Da qui raggiungiamo facilmente l’ Operahuset, il Teatro dell’Opera di Oslo. Avete mai visto passeggiare sui tetti di un teatro? Hmmm, forse dovrei dire..Avete mai visto passeggiare sui tetti? In una nazione come quella norvegese dove tutto ciò che è pubblico è fruibile, il nuovo teatro dell’opera è stato concepito e costruito come uno spazio urbano accessibile a tutti. Come un iceberg che fuoriesce dall’acqua, il teatro con le sue bianche forme di marmo bianco scivola dolcemente col suo tetto spiovente fino al suolo permettendo a chiunque di calpestarne la superficie. Dal suo tetto, neanche a dirlo, si ha una visuale  su buona parte della città.

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Nel bacino d’acqua antistante l’Opera galleggia un’installazione di acciaio inossidabile e di pannelli di vetro che gira su sé stessa in balia delle maree e riflette i colori dell’ambiente circostante, che siano il mare ghiacciato in inverno o le acque azzurre in estate o la natura circostante. Nulla è lasciato al caso. L’installazione che si chiama She Lies e che, tra l’altro, è di un’artista italiana si integra col paesaggio e l’ambiente urbano e ne riflette gli umori.

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Purtroppo mi manca il tempo per visitare il famoso Parco di Vigeland, un vero e proprio museo all’aperto con le sculture  di Gustav Vigeland. Un parco assai curioso visto che accoglie 212 sculture di un unico artista. Il tempo ahimè è davvero tiranno e mi aspetta il mio compagno di viaggio per una cena…hmm indovinate dove? Ma da Subway, per una variazione sul tema fast-food.

Torno dal mio viaggio nella terra dei miei sogni con alcune certezze. La Norvegia non mi ha delusa affatto. A volte può succedere quando si idealizza tanto un luogo, invece nel momento stesso in cui ho sorvolato i fiordi ho avuto la conferma che era esattamente come l’avevo immaginata. Fiordi, ghiacciai e fenomeni naturali tra i più belli della terra. Ma un viaggio nella Norvegia settentrionale in inverno è molto di più della speranza di poter assistere allo spettacolo dell’aurora boreale. Non fatene l’unico motivo del vostro viaggio altrimenti potreste tornarne delusi. La regina dei cieli è imprevedibile e ama giocare a nascondino! Apprezzate tutto ciò che questo angolo di terra può offrirvi. Vi assicuro che guidare una muta di cani in mezzo alla neve o farsi trainare comodamente seduti su una slitta nella notte artica potrebbe diventare un’esperienza di cui non vorrete più fare a meno.

Capitolo Oslo. Tutti quelli con cui ne avevo parlato mi avevano descritto una città brutta. Credo lo sbaglio nasca dal paragone con altre capitali nord europee come Stoccolma e Copenhagen, ognuna con le sue peculiarità. Oslo non ha un caratteristico porticciolo o ponti pittoreschi, ma è stata capace di riqualificarsi armonizzando un’architettura di avanguardia con la natura ed il paesaggio circostante. Oslo è equilibrio

L’ultima certezza…Viaggiare da soli non è affatto facile perché richiede grande sforzo mentale. Si è soli con se stessi e con il proprio io e ci porta a farci domande su quello che siamo o su quello che vorremmo essere. Ma non dobbiamo averne paura, anzi. E’ un momento di crescita.

PS Ho ripreso a viaggiare da sola.

 

 

 

 

21 commenti Aggiungi il tuo

  1. Tips4tripS ha detto:

    Che meraviglioso articolo, e che foto!! Mi hai fatto tornare un’incredibile voglia di Norvegia! Io purtoppo sono stata solo una volta, in estate, ma ricordo un aneddotto simile al tuo per quanto riguarda il cibo. Ero in interrail con un’amica e le nostre finanze da ventenni erano alquanto limitate, ma una sera decidemmo di provare la speciale zuppa di pesce di Bergen… una delizia che ancora mi sogno! Nei giorni successivi però anche noi fummo costrette ad affidarci ai Fast Food! Meglio soli che male accompagnati… lo disse anche la mia amica quando durante un’escursione sul ghiacciaio Folgefonna (fortemente voluta da me) ci sbagliarono di gruppo, facendoci partire con gli esperti!

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    1. simonedda ha detto:

      Grazie!anche io solo una volta in Norvegia e mi dispiace non averla vissuta appieno come avrei voluto.Ti invidio davvero il giro in interrail perchè hai visto tantissimo.Anche un ghiacciaio…difficile con gli esperti? Comunque a 20 anni in interrail con le finanze al minimo il fastofood ci sta!ma il mio amico ne aveva di possibilità!era proprio braccine 😀

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      1. Tips4tripS ha detto:

        No no, in viaggio si deve provare tutto e non si bada a spese! Poi quando sono a casa son sempre a risparmiare, ma in viaggio c’è da sperimentare tutto…La Norvegia bellissima anche in estate ed il ghiacciaio (il primo che vedevo in vita mia) un’emozione! Anche se stare dietro al ritmo degli esperti in cordata è stata dura! (il gruppo principianti non era legato con le corde e camminava a velocità accettabile) 😀

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      2. simonedda ha detto:

        Sì, hai ragione.Preferisco risparmiare a casa ma in viaggio mi voglio godere tutto.
        Immagino quanto sia stata dura con gli esperti!

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  2. robisceri ha detto:

    Hai scritto un post molto bello e sognante… Le foto sono magnifiche, non c’è che dire. Credo che la Norvegia dovrà vedermi, così come i viaggi in solitaria hanno un loro perché 😀 Una cosa non ho capito: hai fatto questo viaggio per i 40? Dimmi, dimmi, ché ho bisogno di spunti su come festeggiare 😀

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    1. simonedda ha detto:

      Grazie mille Roberta!Sì, mi sono regalata un viaggio per i miei 40. Era il viaggio che avevo sempre desiderato fare ma, come ben saprai, la Norvegia costa davvero tanto. Probabilmente costa più di alcune destinazioni in Asia. Per i 40 ci si può fare un bel regalo 😀
      Per te che prendi spesso la macchina a nolo un bel giro delle Lofoten a giugno sarebbe il top. I paesaggi sono meravigliosi e il clima è sicuramente più mite. Ma se hai una meta dei sogni che però hai sempre rimandato,allora è arrivato il momento giusto. Cominci in maniera propositiva gli anta 🙂

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      1. robisceri ha detto:

        Questo sempre! Ma hai passato il giorno del tuo compleanno in Norvegia con il tuo amico? Mi è sfuggito questo 🤔

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      2. simonedda ha detto:

        Sì sì, ero proprio in Norvegia il giorno del mio compleanno. Lontana da tutti. Ti dirò, non è stato davvero male evitare le classiche frasi di circostanza sui 40 🙂

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      3. robisceri ha detto:

        Proprio quello volevo sapere! Per di più niente mega festa ma la compagnia (imperfetta) di un solo compagno 😀 Come hai festeggiato?

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      4. simonedda ha detto:

        Diciamo piuttosto come non ho festeggiato. Ho strappato al mio amico un salto post burger king in un locale con tortina di cioccolato con 1 fragola su. Offerta da me s’intende, altrimenti nemmeno quello 😀

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      5. robisceri ha detto:

        Ahahaha! Beh, memorabile 😂 Posso dirti una cosa: preferisco come l’hai passato tu rispetto a quelli che fanno delle mega-celebrazioni

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      6. simonedda ha detto:

        Riguardando la foto mi sono ricordata che non era una candelina ma una fragola 🙂
        Non sono dispiaciuta di averlo festeggiato così perché non amo essere al centro dell’attenzione. Mi è dispiaciuto solo essermi persa delle cose. Volevo andare a Senja in traghetto e poi amo mangiare il cibo locale. Per dirti, mi guardava persino quasi schifato a colazione perché facevo la classica colazione continentale salata. So che avrei potuto comunque fare alcune cose da sola,ma un po’ mi sentivo in colpa a lasciare il mio amico da solo in un posto dove, se ti manca l’entusiasmo di scoprire persino gli angolini più nascosti, finisci per passare il viaggio chiuso in camera o in biblioteca a navigare su internet (cosa che il mio amico davvero ha fatto).

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      7. robisceri ha detto:

        Oh santo cielo! Penso che non sia più tuo amico, altrimenti avrebbe letto questo post! 😂 Comunque puoi sempre fare quello che desideravi in un altro momento

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      8. simonedda ha detto:

        Diciamo che non ci siamo più parlati anche se non l’ho mandato a quel paese 🙂
        Per fortuna con la mia metà condividiamo le stesse passioni e non corro più certi rischi quando viaggio.Anzi vuole fare e fare

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      9. robisceri ha detto:

        Ottimo! Ai prossimi anta con la tua metà allora 😅

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  3. Massimo ha detto:

    Sono stato in Norvegia tanti anni fa ma solo per un giro tra i fiordi ed Oslo …nonostante sia un uomo di mare per nascita sono affascinato dai luoghi polari ed in generale dai luoghi freddi … mi è piaciuto il modo in cui hai descritto il tuo viaggio e le foto postate, emozioni allo stato puro … adesso hai risvegliato il mio desiderio di visitare questi luoghi, obiettivo per il prossimo gennaio sperando di trovare finalmente le orche.

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    1. simonedda ha detto:

      Sono contenta questo racconto abbia risvegliato in te la voglia di tornare. Quando sono stata io a gennaio era già difficile vedere le orche. Se nn ricordo male l’ultima uscita programmata era per metà gennaio. Ho letto ultimamente su visit Tromsø che ci sono dei cambiamenti nei periodi di migrazione. Prova a contattarli per farti consigliare il periodo! Vedere le orche dal vivo sarebbe bellissimo

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  4. Fabio ha detto:

    Complimenti per la scrittura e per le foto.Sono curioso.Che macchina fotografica ha usato? E se reflex che obiettivi?
    Grazie.
    Fabio

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    1. simonedda ha detto:

      Ciao Fabio!grazie per i complimenti. Sì, avevo una Nikon D3100 ed un obiettivo 18-105.
      Devo dire un po’ scomodo..

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  5. untrolleyperdue ha detto:

    Segnato il Northern Shots Tour, grazie per la dritta!
    Polaria ha un’architettura bellissima: sono un appassionato della materia, molto affascinato dalla scuola nordica. Anche il nuovo Operahuset di Oslo, che meraviglia!

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    1. simonedda ha detto:

      Allora la Norvegia fa per te! 🙂
      Sono all’avanguardia

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